Islanda 2009 - 2017 |
Racconto di viaggio di Katia e Maurice |
L'Islanda è sicuramente un paese affascinante dal punto di vista naturalistico, si trova esattamente sulla cima della catena montuosa più lunga della Terra, la dorsale Atlantica, in alcuni punti è perfettamente visibile, come nel parco nazionale þingvellir, dove la dorsale sale sopra il livello del mare.
E’ un paese estremo in tutto dalla densità di popolazione più bassa del pianeta al maggior numero di vulcani attivi, alla lingua, una delle più antiche ancora parlate.
L’Islanda è un paese ospitale, come lo possono essere i paesi molto isolati, anche se il turismo è una voce del bilancio importante, da notare che l’inglese è parlato solo nei grandi alberghi.
L’unico problema è la moneta, in pratica dalla loro uscita dall’euro il cambio è fissato da loro ed a loro piacimento, dato che nessuna banca europea detiene corone islandesi il cambio lo potete fare solo sul territorio, conclusione i prezzi sono molto elevati.
Altro aspetto da tenere presente è che per poter apprezzare un certo tipo di natura è necessario un 4x4 che di certo non costa poco.
Fatte le dovute premesse l’Islanda ha il fascino del primordiale, la natura è spettacolare come in pochi altri luoghi.
Katia nella sua organizzazione del viaggio sceglie di non stare nella capitale e godere la natura fin dal primo giorno, inoltre la mia RSM la dobbiamo trascorrere in una località a sud est di Reykjavik . Alloggiamo quindi ad un centinaio di km da Reykjavik nella località Hella, buon punto di partenza per le escursioni all’interno e vicino al vulcano Hekla, l’hotel è il Ranga Hotel.
Il primo giorno è dedicato ad una escursione lungo la route 1 nella zona sud, arriviamo alla Seljalandsfoss Waterfall, la Cascata Liquida, una delle più fotografate, proseguiamo verso il villaggio di Skogar per vedere la vicina Skogafoss Waterfall, entrambe in altri tempi gettavano le loro acque direttamente nell’oceano che ora è a diversi km, lo spettacolo per chi arrivava dal mare doveva essere magico.
Proseguiamo, la strada si avvicina all’oceano, decidiamo di fermarci per ammirarlo, la spiaggia è nera, al largo splendidi faraglioni , qui il mare è forte.
Arriviamo fino ad una località chiamata Vìk ì Myrdal, la piccola chiesa dal tetto rosso annuncia la presenza del villaggio. Qui siamo testimoni di un fenomeno curioso, vediamo diversi uccelli a terra che rimangono fermi anche al passaggio delle macchine, riesco a fare uno scatto ad uno da meno di mezzo metro, sembrano intontiti. Sulle rete leggiamo le motivazioni più curiose per non dire stupide, in realtà sono cuccioli di gabbiano alle prime esperienze con il volo.
E’ un paese estremo in tutto dalla densità di popolazione più bassa del pianeta al maggior numero di vulcani attivi, alla lingua, una delle più antiche ancora parlate.
L’Islanda è un paese ospitale, come lo possono essere i paesi molto isolati, anche se il turismo è una voce del bilancio importante, da notare che l’inglese è parlato solo nei grandi alberghi.
L’unico problema è la moneta, in pratica dalla loro uscita dall’euro il cambio è fissato da loro ed a loro piacimento, dato che nessuna banca europea detiene corone islandesi il cambio lo potete fare solo sul territorio, conclusione i prezzi sono molto elevati.
Altro aspetto da tenere presente è che per poter apprezzare un certo tipo di natura è necessario un 4x4 che di certo non costa poco.
Fatte le dovute premesse l’Islanda ha il fascino del primordiale, la natura è spettacolare come in pochi altri luoghi.
Katia nella sua organizzazione del viaggio sceglie di non stare nella capitale e godere la natura fin dal primo giorno, inoltre la mia RSM la dobbiamo trascorrere in una località a sud est di Reykjavik . Alloggiamo quindi ad un centinaio di km da Reykjavik nella località Hella, buon punto di partenza per le escursioni all’interno e vicino al vulcano Hekla, l’hotel è il Ranga Hotel.
Il primo giorno è dedicato ad una escursione lungo la route 1 nella zona sud, arriviamo alla Seljalandsfoss Waterfall, la Cascata Liquida, una delle più fotografate, proseguiamo verso il villaggio di Skogar per vedere la vicina Skogafoss Waterfall, entrambe in altri tempi gettavano le loro acque direttamente nell’oceano che ora è a diversi km, lo spettacolo per chi arrivava dal mare doveva essere magico.
Proseguiamo, la strada si avvicina all’oceano, decidiamo di fermarci per ammirarlo, la spiaggia è nera, al largo splendidi faraglioni , qui il mare è forte.
Arriviamo fino ad una località chiamata Vìk ì Myrdal, la piccola chiesa dal tetto rosso annuncia la presenza del villaggio. Qui siamo testimoni di un fenomeno curioso, vediamo diversi uccelli a terra che rimangono fermi anche al passaggio delle macchine, riesco a fare uno scatto ad uno da meno di mezzo metro, sembrano intontiti. Sulle rete leggiamo le motivazioni più curiose per non dire stupide, in realtà sono cuccioli di gabbiano alle prime esperienze con il volo.
Oggi decidiamo per un percorso più impegnativo, deviamo dalla route 1 all’altezza di Hvolsvöllur e prendiamo la 261 per Þorsmörk , La Foresta di Thor. Lo sterrato è interrotto da numerosi guadi, che data la stagione, non sono particolarmente profondi. Sullo sfondo un ghiacciaio che dalle carte dovrebbe essere o il Tindfjallajökull o il Eyjafjallajökull, comunque sia impronunciabile. Proseguiamo con l’idea di arrivare alla base del ghiacciaio, ma un guado più profondo ci fa desistere e deviamo verso un vicino rifugio. Arriviamo al Gigjökull, una lingua del ghiacciaio Eyjafjallajökull che termina in un piccolo lago. L’anno successivo il vulcano sottostante al ghiacciaio erutterà.
Rientriamo in direzione Reykjavik, la città non ha nulla di particolarmente interessante ma vogliamo provare la cucina locale, ci fermiamo al Einar Ben Restaurant, nella zona pedonale della città. E’ una tipica casa islandese trasformata in ristorante, ottima esperienza.
Oggi decidiamo per una escursione sul lato ovest dell’isola, in particolare la penisola Snæfellsnes, che viene dalla maggior parte dei turisti snobbata e che invece ha molto da offrire.
Usciti da Reykjavik prendiamo la route 54 in direzione del Snaefellsjökull National Park.
Vicino al parco c’è la piccola chiesa di Budir famosa presso gli islandesi come meta per i matrimoni per la sua posizione particolarmente spettacolare e l’interno molto caratteristico e raccolto.
Il paesaggio in alcuni punti è magico come nel caso del Kirkjufell Peak, la montagna più bella dell’Islanda.
Proseguiamo sul lato nord della penisola per arrivare al villaggio di pescatori chiamato Stykkisholmur.
Il borgo vanta un porto importante che si può ammirare dallo sperone roccioso che lo protegge.
Riprendiamo la statale 54 per rientrare a Reykjavik, in serata ci regaliamo una piacevole cena al Torfan Restaurant.
Rientriamo in direzione Reykjavik, la città non ha nulla di particolarmente interessante ma vogliamo provare la cucina locale, ci fermiamo al Einar Ben Restaurant, nella zona pedonale della città. E’ una tipica casa islandese trasformata in ristorante, ottima esperienza.
Oggi decidiamo per una escursione sul lato ovest dell’isola, in particolare la penisola Snæfellsnes, che viene dalla maggior parte dei turisti snobbata e che invece ha molto da offrire.
Usciti da Reykjavik prendiamo la route 54 in direzione del Snaefellsjökull National Park.
Vicino al parco c’è la piccola chiesa di Budir famosa presso gli islandesi come meta per i matrimoni per la sua posizione particolarmente spettacolare e l’interno molto caratteristico e raccolto.
Il paesaggio in alcuni punti è magico come nel caso del Kirkjufell Peak, la montagna più bella dell’Islanda.
Proseguiamo sul lato nord della penisola per arrivare al villaggio di pescatori chiamato Stykkisholmur.
Il borgo vanta un porto importante che si può ammirare dallo sperone roccioso che lo protegge.
Riprendiamo la statale 54 per rientrare a Reykjavik, in serata ci regaliamo una piacevole cena al Torfan Restaurant.
Oggi ultimo giorno, lo dedichiamo al þingvellir Park ed al suo lago þingvallavatn.
Lungo la strada, la statale 36, si può vedere il piccolo lago vulcanico Kedir, particolare per la sua colorazione rossa.
Nelle vicinanze invece del lago þingvallavatn si può vedere la faglia denominata Almannagjá, è uno dei pochi posti al mondo dove poter vedere la dorsale atlantica e camminarci in mezzo.
Lungo la strada, la statale 36, si può vedere il piccolo lago vulcanico Kedir, particolare per la sua colorazione rossa.
Nelle vicinanze invece del lago þingvallavatn si può vedere la faglia denominata Almannagjá, è uno dei pochi posti al mondo dove poter vedere la dorsale atlantica e camminarci in mezzo.
Il strada prosegue costeggiando la costa nord del lago þingvallavatn, scendiamo sul lato est e avvicinandoci ammiriamo la sua bellezza, la totale assenza di vento rende la superficie uno specchio, alcune fattorie colorate punteggiano le sue rive.
Lasciamo la statale 36 per deviare verso Geysir, non potevano lasciare l’Islanda senza vederlo.
In realtà Geysir, il capostipite di tutti i Geyser, scopriamo che ha quasi cessato la sua attività, colpa anche dei turisti che gettandovi dentro pietre e sassi con l’intento di attivarlo in loro presenza ne hanno ostruito la cavità.
Lasciamo la statale 36 per deviare verso Geysir, non potevano lasciare l’Islanda senza vederlo.
In realtà Geysir, il capostipite di tutti i Geyser, scopriamo che ha quasi cessato la sua attività, colpa anche dei turisti che gettandovi dentro pietre e sassi con l’intento di attivarlo in loro presenza ne hanno ostruito la cavità.
2017 : Anche quest'anno l'Islanda è stata la nostra meta per la mia RSM. Punto scelto Dalatangi, punta estrema ad Est dell'Isola. Dato che atterriamo a Reykiavik decidiamo di fare il periplo dell'Isola. Abbiamo quindi l'occasione per fotografare due cascate molto belle, Dettifoss e Godafoss. Per chi ricorda Dettifoss è la location della scena iniziale di Prometheus, una delle cascate con la maggior portata d'acqua d'Europa. Godafoss, la cascasta degli dei , è indubbiamente tra le più spettaccolari dell'Islanda.Lungo la strada sostiamo a Hofn e la mattina possiamo goderci il massiccio del Stokksnes ai cui piedi è stato conservato un antico villaggio vichingo.